Drammaturgo e novelliere russo. Cresciuto in una famiglia di
scarsi mezzi,
C. finì il ginnasio a Taganrog. Studiò
medicina all'università moscovita, ma ben presto si dedicò alla
letteratura, facendosi rapidamente conoscere con racconti umoristici, pubblicati
in varie riviste e in volumi la prima volta nel 1886 col titolo
Racconti
variopinti. Dopo il 1886
C. trovò la sua vera strada di
narratore interessato ai più pressanti problemi della vita e della
personalità umana. Nel 1887 uscì il racconto
La steppa,
scritto contemporaneamente al dramma
Ivanov. Andò nell'isola di
Sachalin, attraverso la Siberia all'andata e lungo le coste dell'India al
ritorno; di questo viaggio lasciò testimonianza nel libro
L'isola di
Sachalin. Trascorse lunghi periodi di tempo nella tenuta di Melichovo, non
lontana da Mosca, dove scrisse la maggior parte delle sue opere più
famose. Ammalatosi di tubercolosi dovette trasferirsi in Crimea, da dove si
recò in Francia o in Germania, per ragioni di cura. Il suo nuovo
orientamento verso sinistra, che lo allontanò dall'amico conservatore
Suvorin, e il successo ottenuto dal dramma
Il gabbiano al Teatro d'arte
moscovita di Stanislavskij e Nemirovic-Dancenko modificarono la sua vita. Al
Gabbiano seguirono con eguale successo
Lo zio Vanja,
Le tre
sorelle nel 1901 e
Il giardino dei ciliegi nel 1904. Nel frattempo
era enormemente cresciuto il numero dei racconti divenuti famosi come:
La mia
vita, La sala n. 6, Il racconto di uno sconosciuto, Il monaco nero, Una storia
noiosa. Nei drammi e nei racconti è possibile rilevare quella che fu
detta l'atmosfera cechoviana; uno stato d'animo triste e allegro al contempo.
Nel 1898 sposò l'attrice Olga Knipper. Uomo semplice e profondo
amò la vita; anche se rivelò i lati più tristi e intimi
della natura umana non fu mai pessimista. Il pieno apprezzamento del valore
artistico dell'opera cechoviana venne solo più tardi (Taganrog 1860 -
Badenweiler, Germania 1904).